Ho promesso a qualcuno di dire tutta la verità nient'altro che la verità soltanto la verità sia sulle cose belle che sulle cose brutte.
Anch'io sono stata alla Luna. Niente da dire sul servizio, sulla gentilezza, sulla pizza (che ho mangiato fredda perchè quella sera ero al telefono con la mia amica Crissy).
Ma devo raccontare quello che ho visto, che non mi è piaciuto, e che mi ha fatto uscire da quel posto con un groppo nello stomaco.
E' stato qualcosa nello sguardo, che ha attirato la mia attenzione sul tavolo vicino al nostro.
Era occupato da due persone. Quello di fronte a me era un italiano sui cinquanta, un tipo un po' particolare che si sarebbe fatto notare ovunque: capelli lunghi sulle spalle, mani farcite di anelli, abbigliamento stravagante, collane e bracciali.
Parlava con voce calda e profonda e non potevo fare a meno di sentire il tono suadente con cui si rivolgeva alla persona sedutagli di fronte, verso la quale furtivamente allungava una mano per accarezzarne la sua.
Dimostrò una certa familiarità con l'ambiente e con il proprietario del ristorante, quando si fece cambiare la pizza perchè ne avrebbe preferita un'altra.
Tutto regolare. Se non fosse che la persona che lo accompagnava era un ragazzino egiziano di meno di vent'anni. Lo so, la pizzeria non c'entra niente, e dovrei farmi gli affari miei, ma purtroppo queste cose esistono e non posso fare a meno di esserne amareggiata.